Fondamentali in futura filiera corta agroalimentare piemontese
Roma, 11 set. (askanews) – Primo incontro, ieri, a Palazzo Piemonte fra l’assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Caccia e Pesca e Parchi della Regione Piemonte Paolo Bongioanni e gli otto Distretti del Cibo attivi in Piemonte.
“La delega specifica al Cibo è stata voluta esplicitamente dal ministro Lollobrigida: sono il primo in Italia ad averla – ha detto l’assessore – Intendo dare vita alla filiera agroalimentare corta per il cibo piemontese, che parta dai prodotti che identificano i territori e coinvolga i produttori, il settore del commercio anche di vicinato, i mercati, la ristorazione e la promozione locale, nazionale e internazionale delle nostre eccellenze”.
Bongioanni ha annunciato che la regione presenterà a fine mese la propria offerta di prodotti ambasciatori del territorio al G7 dell’agricoltura di Ortigia, al Salone del Gusto e Terra Madre e il 6 aprile prossimo a Vinitaly. “È l’avvio di un percorso di costruzione complesso che vedrà un cambio profondo di paradigmi, in cui soggetti come i Distretti del Cibo devono diventare attori fondamentali”, ha aggiunto.
Fra i soci, i Distretti annoverano variamente aziende Comuni e altri enti locali, aziende agricole e produttori, consorzi di prodotto, enti di ricerca, associazioni di categoria. Tutti hanno chiesto alla Regione di facilitare l’accesso ai finanziamenti, l’accompagnamento nei bandi e la costituzione di un tavolo regionale di coordinamento anche per l’attività e gestione ordinaria e non solo nella fase di costituzione. È già in programma da parte della Regione un nuovo regolamento per l’ammissione che aggiorna quello vigente dal 2020.
Secondo Bongioanni i Distretti devono avviare al loro interno “una seria riflessione sull’adeguatezza della loro rispettiva natura giuridica rispetto agli obiettivi che intendono raggiungere e al ruolo che possono rivestire. La Regione istituirà un tavolo di coordinamento, ma per sviluppare la filiera corta dobbiamo pensare seriamente alla costituzione di una partecipata regionale destinata esclusivamente alla promozione del prodotto-cibo. Una realtà strutturata, eventualmente dotata di una struttura manageriale”.
Lo strumento legislativo potrebbe essere una nuova legge regionale che garantisca la possibilità di stanziare in anticipo a bilancio le risorse necessarie ai Distretti “al di là della rigidità della programmazione europea e senza costringerli a dipendere totalmente dai bandi, permettendo loro di lavorare con un’adeguata progettualità”.
All’incontro sono intervenuti gli 8 Distretti nati in Piemonte fra il 2022 e il 2024 e operativi sul territorio regionale (sono oltre 250 in tutta Italia): il Distretto del Cibo Chierese-Carmagnolese, il Distretto del Cibo del Roero, il Distretto del Cibo e del Vino Langhe Monferrato, il Distretto del Cibo della Frutta del Saluzzese, il Distretto del Cibo Terre da Tastè del Pinerolese, il Distretto del Cibo e del Vino Mombarone, Serra Morenica e Naviglio di Ivrea e il Distretto del Cibo dell’Alta Langa e del Cebano.