I Musei Civici di Venezia e le nuove prospettive in terraferma
Venezia, 11 set. (askanews) – Fare di Mestre sempre più un centro per l’arte e la cultura contemporanea, con il rinnovamento, e la restituzione di spazi urbani alla collettività. È il progetto portato avanti dalla Fondazione Musei Civici di Venezia e dall’amministrazione comunale, che passa principalmente da tre luoghi recuperati. Il primo è l’ex Emeroteca, palazzo Anni Trenta in Piazza Ferretto all’interno del quale dopo i lavori di restauro nascerà un caffè letterario al piano terra e al piano ammazzato, ma soprattutto ci saranno atelier d’artista che ospiteranno giovani creativi, selezionati grazie ai bandi promossi con la Fondazione Bevilacqua La Masa.”Il secondo grande intervento – ha spiegato ad askanews Mattia Agnetti, segretario organizzativo della Fondazione MUVE – è il recupero di un ex centrale del latte degli anni 50, un immobile bellissimo denominato Pallaplip, nel quartiere Carpenedo, che invece avrà una funzione oltre che espositiva, anche quella di aggregare socialmente e di offrire degli spazi ai giovani, ai bambini, agli anziani, per arrivare anche fino al ballo, rivolto un po’ a tutti i cittadini. Il terzo intervento è presso il Centro Culturali Candiani, dove oggi fondazione già opera con dei progetti espositivi e delle mostre, all’interno del quale faremo un’area dedicata alle collezioni permanenti dell’arte del Novecento e con un accesso privilegiato”.Il progetto MUVE Mestre porterà anche nuovi spazi per le collezioni della Fondazione, oltre che mostre ed eventi dedicati. “Questa condivisione con la città metropolitana – ha aggiunto Elisabetta Barisoni, responsabile della Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro – è anche un momento per noi di studio, di dare tagli diversi. Quindi direi che è un arricchimento, un’espansione che è un’espansione naturale, un arricchimento, una condivisione, perché insomma il Comune di Venezia è tutto, il Comune di Venezia sono le isole, il centro storico dove mi trovo io, Mestre, quindi io lo vedo molto in continuità, come lo vedono in continuità gli abitanti della città”.Il Centro Candiani è immaginato come una nuova casa della contemporaneità, ma anche come uno spazio di più profondo dialogo con il territorio. “Abbiamo tante opere per per arricchire, per creare dei dialoghi anche in una sede come quella del Candiani – ha detto ancora Barisoni -. Poi vedremo come dettagliare una storia artistica specifica della terraferma, perché ci sono autori importantissimi, penso per esempio ad Alberto Viani, che hanno più legami con la terraferma, con la città metropolitana che con Venezia, curiosamente”.”Il sogno – ha concluso Agnetti – è che questo progetto dell’emeroteca e gli altri due di cui ho parlato, diano grandissimo impulso, siamo molto convinti da questo punto di vista, all’attività culturale, alla produzione culturale di tutta la città di Mestre e del centro storico”.Prime manifestazioni di questa nuova attenzione per la terraferma veneziana saranno la mostra dei finalisti del Premio Mestre di Pittura e la nuova esposizione dedicata a Matisse e la luce del Mediterraneo.