Quali sono le abitudini da adottare? Alcuni consigli del dottor Filippo Ongaro
Roma, 5 set. (askanews) – Dal punto di vista scientifico, l’elisir di lunga vita è molto più accessibile di quanto pensiamo e ha come unici “costi” la nostra attenzione, costanza e dedizione. Ecco perché giocare d’anticipo per prolungare la giovinezza di corpo e mente è sempre più cruciale. Ma occorre un approccio scientifico personalizzato, che sposi nutraceutica di precisione ed epigenetica, ma anche protocolli di allenamento mirati e gestione della sfera emotiva e relazionale.
“Le abitudini quotidiane di un individuo possono addirittura avere un peso maggiore della stessa genetica nel migliorare l’aspettativa di vita. Si tratta di uno stile di vita accessibile a tutti, che porta al benessere psicofisico e aiuta a prevenire l’insorgenza di malattie croniche o degenerative”, spiega il Dr. Filippo Ongaro, Longevity & Lifestyle Coach ed ex medico degli astronauti presso l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). “Il vero obiettivo di un percorso pro-longevity, infatti, non è solo aggiungere anni alla vita, ma arrivare a 100 anni mantenendo il miglior livello possibile di fitness e felicità”.
Ma quali sono le abitudini da adottare per mettere in pratica la longevità ogni giorno? Il Dr. Ongaro ne ha individuate alcune, non prima però di essersi affidati alla consulenza personalizzata di un esperto. Ora anche i farmacisti, stanno diventando veri esperti di prossimità in tema longevity.
Da Farmacia a Longevity Hub.
Il 70% del nostro invecchiamento dipende dallo stile di vita e dalla combinazione, più o meno virtuosa, di sana nutrizione, movimento, buona qualità del sonno e cura olistica del benessere. Ma anche se la genetica incide solo in una percentuale del 30%, diventa cruciale avere un approccio scientifico personalizzato. In questo scenario, la Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori presenti sul territorio assume un ruolo di primissimo piano. I farmacisti, tramite specifici percorsi di alta formazione, diventano, infatti, dei veri esperti di prossimità in grado, attraverso una consulenza personalizzata che si fonda anche su test genetici e epigenetici, di guidare scelte consapevoli per contrastare la senescenza cellulare. Un esempio di farmacia di “nuova generazione” è la Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori legata ai laboratori Unifarco, che da sempre promuove la diffusione della cultura del benessere attraverso la formulazione innovativa di prodotti nutraceutici distribuiti in oltre 6.300 farmacie in sei Paesi europei – 1.800 delle quali in Italia. In questa prospettiva, all’interno della Comunità Scientifica dei Farmacisti Preparatori, in collaborazione con Metodo Ongaro Switzerland SA, è stata formulata la linea GenAge®, che racchiude i migliori principi attivi per favorire l’autofagia e la mitofagia, contrastare la sarcopenia e la glicazione e prolungare il benessere cerebrale e cognitivo.
La longevità in pratica.
– Nuove abitudini: dai ritmi circadiani alla meditazione.
Il controllo dei processi epigenetici e neuroplastici che permettono di sviluppare una longevità sana si fonda sulla ripetitività dei giusti stimoli nel tempo. La sfida è quindi quella di creare nuove abitudini salutari che vadano a sostituirsi a quelle vecchie.
In pratica…
Seguire i ritmi circadiani – la naturale alternanza sonno-veglia, l’esposizione alla luce naturale, l’assunzione dei pasti a orari regolari e della cena prima del tramonto; muoversi ogni giorno e coltivare relazioni socialmente appaganti; meditare per ridurre lo stress e la tensione e ringraziare ogni giorno per almeno tre cose belle presenti nella nostra vita.
– Lotta ai radicali liberi e all’infiammazione (anche a tavola):
Una dieta bilanciata e ricca di nutrienti e anti-ossidanti – frutta e verdure di stagione, ad esempio – è fondamentale per contrastare l’azione dei ROS (Radicali Liberi), i materiali di scarto del metabolismo che danneggiano le membrane cellulari determinando l’invecchiamento di DNA, proteine e strutture lipidiche. Proprio grazie alla funzione “bersaglio” svolta dagli anti-ossidanti – i bersagli sui quali i Ros concentrano la loro azione, risparmiando le membrane cellulari – è possibile rallentare l’invecchiamento di tessuti come la pelle e le arterie, contribuendo alla prevenzione di malattie cardiovascolari, neurodegenerative e perfino oncologiche.
In pratica…
La lotta ai radicali liberi parte anche dalla tavola. In primis occorre ridurre i prodotti industriali che favoriscono l’infiammazione, tanto quanto i prodotti da forno con olio di girasole, eventuali prodotti con grassi idrogenati, quantità eccessive di zuccheri raffinati. Bisogna invece prediligere pesce azzurro, ricco di omega 3, cereali integrali, olio extravergine d’oliva, avocado, frutta a guscio, legumi e molte verdure di stagione. Inoltre, nel carrello della spesa non dovrebbero mai mancare mele, frutti di bosco, uva, tutti ricchi, tra l’altro, di quercetina.
E ancora: integrare la dieta con molecole con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, come: la quercetina e l’astaxantina, ma anche il coenzima Q10, l’acido alfa lipoico, le vitamine C ed E. Evitare l’esposizione eccessiva ai raggi UV, il fumo di sigaretta, la sedentarietà, troppo stress psicoemotivo.
– Protocolli di allenamento mirati
Il mantenimento della massa muscolare e ossea, e la loro sollecitazione tramite specifici allenamenti, è essenziale per la regolazione neuroendocrina e la secrezione di specifici ormoni, come il testosterone e l’ormone della crescita, che contribuiscono al mantenimento della qualità della vita, anche nell’anziano. Basti pensare che la perdita di consistenti quantità di muscolo inizia già attorno ai 30 anni e aumenta dopo i 60: in media si perde il 3-8 per cento della massa muscolare per decade.
In pratica…
Attività fisica quotidiana (camminare, salire le scale)
Allenamento mirato 2 o 3 volte a settimana, sia di tipo aerobico che per la forza.
Eseguire un programma progressivo con i pesi, ossia un programma che nel tempo preveda di lavorare su incrementi dei pesi utilizzati, delle ripetizioni, delle serie
– Gestione positiva dello stress: attenzione alla solitudine
La capacità di reagire in modo positivo allo stress della vita quotidiana è fondamentale per rallentare l’invecchiamento e tenere sotto controllo i livelli di cortisolo nel sangue. Questo ci consente, infatti, di mandare segnali protettivi ai nostri telomeri, regolando l’attività delle telomerasi in modo naturale e rispettando l’equilibrio dell’organismo. Da non sottovalutare, infine, anche i danni clinici causati dalla solitudine, emersi di recente anche dallo Study of Adult Development di Harvard, che sottolinea il ruolo chiave delle relazioni sociali per una longevità più felice.
In pratica…
nelle relazioni sociali è importante prendere atto delle proprie emozioni con un sano distacco, anche nei casi di rabbia o tristezza. E ancora: imparare l’arte della gentilezza e dell’ascolto potrà essere il segreto per sentirsi meno soli.