di Sara Calabria
NEW YORK – Dopo oltre una settimana di festeggiamenti, si è conclusa la Feast of San Gennaro a Little Italy, in Manhattan: quella di San Gennaro è tutt’oggi una festa molto sentita dalla comunità italo-americana di New York city, che si raccoglie nelle strade adiacenti a Mulberry Street per celebrare non soltanto San Gennaro, simbolo di Napoli e del Belpaese, ma lo stile di vita, il cibo e la musica italiani.
Per una decina di giorni, Little Italy attrae visitatori di tutte le origini – e provenienti dai cinque boroughs della città- che cantano sulle note di O’ sole mio, ballano improvvisate tarantelle, lasciano dollari in offerta davanti alla statua del santo, riprodotta a grandezza naturale, scattano foto, indossano t-shirts azzurre con il tricolore stampato sul petto e, soprattutto, mangiano. Mangiano come se non ci fosse un domani: dai supplì – che, in inglese, diventano “rice balls”, ai cannoli (c’è anche una gara tra pasticcerie della zona), dalle “pork braciole” all’immancabile pizza, la Feast of all the Feasts, come viene definita, rappresenta il trionfo del made in Italy. Basti pensare che i proprietari dei ristoranti più conosciuti chiamano cuochi e camerieri direttamente dall’Italia perché vengano a lavorare qui, finché durano i festeggiamenti. Poi, passata la festa, tutto torna come prima, o quasi: le bandiere tricolori scompaiono dalle vetrine dei negozi, i marciapiedi tornano praticabili e la comunità cinese, che ormai sta gradualmente inglobando la “Little Italy” di un tempo, riprende possesso delle strade del quartiere.
Quel che è certo è che San Gennaro porta con sé un senso di riscatto per la comunità italo americana. E di orgoglio ritrovato. I figli degli immigrati italiani, e i figli dei figli, non si vergognano più delle loro origini: adesso vanno fieri delle loro tradizioni. E della loro lingua, che un tempo i genitori si rifiutavano di insegnare ai figli. Poco importa se le braciole spesso sulle insegne degli stands diventano “braciolle” o la pasta viene definita “cacio de pepe”: a New York, gli italiani che in tempi non troppo lontani erano discriminati, oggi possono vantarsi di essere tali. L’Italia, più che mai, sinonimo di stile. L’italiano, la lingua che gli americani sono desiderosi di studiare, mentre i romanzi di Elena Ferrante e della sua Napoli carica di fascino oscuro, fanno capolino tra gli scaffali di Barnes & Noble e di Strand.
L’articolo FOTO | VIDEO | ‘O sole mio, cannoli, Tricolore ovunque: a New York la ‘Feast of San Gennaro’ dura 7 giorni proviene da Agenzia Dire.
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