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Assocarni: autoapprovvigionamento calato al 40% dal 58% del 2010

AttualitàAssocarni: autoapprovvigionamento calato al 40% dal 58% del 2010

Agire subito per preservare questo settore fondamentale
Roma, 19 set. (askanews) – Il tasso di autoapprovvigionamento italiano di carni bovine e ovine è calato drammaticamente al 40% rispetto al 58% del 2010 secondo uno studio di Ismea, presentato oggi nel corso della assemblea annuale di Assocarni a Roma alla presenza del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sul tema “La filiera zootecnica italiana alla prova degli attuali scenari di mercato e di politica agricola”. Un quadro economico, quello di Ismea, fatto di luci e ombre del comparto bovino e ovino italiano che evidenzia la necessità di intervenire per mettere in sicurezza la produzione nazionale, mentre una indagine Nielsen sugli acquisti domestici di carne nel nostro Paese mostra che il 92% dei consumatori italiani acquista regolarmente carne bovina con un’attenzione particolare per la carne prodotta nel nostro Paese.
A fronte di una robusta domanda di carne bovina italiana da parte del consumatore italiano, il presidente di Assocarni Serafino Cremonini ha lanciato un messaggio chiaro: “il crollo del livello di autoapprovvigionamento al 40% è un dato allarmante per la sovranità alimentare del nostro Paese. Dobbiamo agire subito per preservare questo settore fondamentale per la sicurezza alimentare nazionale che è anche un formidabile presidio ambientale in quanto bovini e ovini sono presenti lungo tutto l’arco appenninico dal Piemonte alla Sicilia”.
Cremonini ha quindi chiesto di prevedere risorse a favore della linea vacca vitello affinché ci si affranchi, almeno parzialmente, dalle importazioni di animali vivi dalla Francia migliorando il deficit commerciale, oltre a risorse per favorire il ricambio generazionale e l’ingresso dei giovani in agricoltura.
Cremonini ha poi chiesto un’azione politica più incisiva da parte delle Autorità per aprire nuovi mercati internazionali: “è fondamentale sbloccare l’export di carni bovine verso mercati strategici come Cina, Corea, Giappone e Stati Uniti come hanno già fatto alcuni paesi europei nostri competitor”.

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